Tutto il mese di ottobre è dedicato dalla Chiesa all’animazione missionaria, alla sensibilizzazione di tutte le comunità cristiane a partecipare in vario modo alla missione universale della Chiesa. Il mese missionario trova poi il suo culmine nella celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale che ricorre nella penultima domenica del mese, quest’anno il 22 ottobre. In questa giornata, ogni comunità cristiana si unisce spiritualmente a tutti i missionari inviati nel mondo ad annunciare il Vangelo fino agli estremi confini. Inoltre, attraverso la raccolta di offerte a favore delle Pontificie Opere Missionarie, ogni comunità che celebra l’Eucaristia, contribuisce al sostegno di tutti i missionari sparsi nel mondo e di tutte le comunità più povere di mezzi, quelle che vivono in situazioni di assoluta minoranza e quelle che soffrono persecuzioni.
È bello ricordare anche che questa giornata è posta all’inizio dell’anno pastorale a ricordare che la dimensione missionaria deve ispirare ogni momento della nostra vita e che “l’azione missionaria – ricorda Papa Francesco – è il paradigma di ogni opera della Chiesa” (Esort. ap. Evangelii Gaudium 15).
Per il Messaggio di quest’anno, Papa Francesco ha preso spunto dal racconto dei discepoli di Emmaus (Vangelo di Luca 24,13-35): “Cuori ardenti, piedi in cammino”.
In questo brano, così caro a molti di noi, che spesso ci rivediamo in questi discepoli delusi e scoraggiati, il Papa si sofferma su tre tappe.
1. Cuori ardenti «quando ci spiegava le Scritture». La Parola di Dio illumina e trasforma il cuore nella missione.
Papa Francesco ci fa notare un primo aspetto che dovrebbe infonderci fiducia: è Gesù che si avvicina per primo, si affianca ai discepoli smarriti in cammino. È sempre sua l’iniziativa e non si stanca dei nostri difetti, dubbi e sfiducia. “Oggi come allora, il Signore risorto è vicino ai suoi discepoli missionari e cammina accanto a loro, specialmente quando si sentono smarriti” (Esort. ap. Evangelii gaudium, 86).
Accompagnando i discepoli, Gesù spiega loro in tutte le Scritture ciò che lo riguardava e il cuore dei discepoli si “riscalda”, come si confideranno poi: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?» (v. 32). Gesù, infatti, è la Parola vivente, che sola può far ardere, illuminare e trasformare il cuore. Ecco l’importanza delle Scritture nella vita di un cristiano, soprattutto per l’annuncio di Cristo e del suo Vangelo, per evitare di annunziare le nostre idee o i nostri progetti.
2. Occhi che «si aprirono e lo riconobbero» nello spezzare il pane. Gesù nell’Eucaristia è culmine e fonte della missione.
Il giorno volge alla sera, i discepoli invitano il viandante a fermarsi con loro. Ed ecco che nel gesto della benedizione e dello spezzare il pane, i loro occhi si aprono e riconoscono il Maestro. Ecco il centro della vita cristiana, l’Eucaristia come “fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa.” Ma nel momento in cui riconoscono Gesù Egli sparisce dalla loro vista. Come ci fa notare Papa Francesco, il Cristo risorto che spezza il pane ora è diventato pane spezzato per noi, condiviso e consumato dai discepoli e questa Verità va annunciata al mondo. “E dunque ogni discepolo missionario è chiamato a diventare, come Gesù e in Lui, grazie all’azione dello Spirito Santo, colui-che-spezza-il-pane e colui-che-è-pane-spezzato per il mondo.”
3. Piedi in cammino, con la gioia di raccontare il Cristo Risorto. L’eterna giovinezza di una Chiesa sempre in uscita.
Riconosciuto Gesù, i discepoli “partirono senza indugio”. Vanno di fretta, perché la gioia dell’incontro con il Signore Risorto non si può trattenere, va comunicata: «la gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 1).
Ed ecco che, con l’immagine dei piedi in cammino, ritorna l’immagine della missio ad gentes, cioè la missione data da Cristo Risorto alla Chiesa di portare la sua Buona Notizia ad ogni uomo e popolo fino ai confini della terra. In un mondo ancora e sempre più segnato da ingiustizie, miserie, guerre, «tutti hanno il diritto di ricevere il Vangelo. I cristiani hanno il dovere di annunciarlo senza escludere nessuno, non come chi impone un nuovo obbligo, bensì come chi condivide una gioia, segnala un orizzonte bello, offre un banchetto desiderabile».
Belle le parole rivolte dal Papa ai Missionari Comboniani (Capitolo Generale, 18 giugno 2022): “…andare oltre, sempre guardando l’orizzonte, perché sempre c’è un orizzonte, per andare oltre. La spinta dello Spirito Santo è quella che ci fa uscire da noi stessi, dalle nostre chiusure, dalla nostra autoreferenzialità, e ci fa andare verso gli altri, verso le periferie, là dove maggiore è la sete di Vangelo.”
Il messaggio del Papa è molto bello e meriterebbe di essere letto integralmente, magari per festeggiare questa Giornata Missionaria, ma anche semplicemente meditare la trasformazione dei sentimenti di questi discepoli, ci offre uno spunto per rimetterci in cammino con cuore ardente.
Pochi giorni fa abbiamo pubblicato la testimonianza missionaria del gruppo adulti che frequenta la comunità di Jundiaí SP – Brasile, se non lo avete ancora fatto vi invitiamo a leggerlo.
Buona Giornata Missionaria Mondiale a tutti! Cuori ardenti e piedi in cammino…per essere missionari non solo oggi, ma tutti i giorni!