Mercoledì 30 giugno, la missionaria Elisabetta Comisso, originaria di Udine, ha preso il volo per il Brasile, per unirsi alla comunità di Jundiaí – SP, dopo alcuni anni trascorsi in quella di Pian Paradiso – VT. Per chi, come lei, ha scelto la vita missionaria, ogni partenza è qualcosa di naturale che racchiude tanti risvolti. Lo si coglie dalle sue parole che siamo riusciti ad afferrare durante i saluti.
Partire è uscire
“Non è la mia prima partenza. A 32 anni sono partita dalla mia città, ho lasciato tutto, la mia famiglia, il lavoro e la vita cui ero abituata, perché avevo scelto la vita missionaria da vivere insieme ad una comunità, non da sola.
Sono partita più di vent’anni fa per la periferia Sud della grande metropoli di San Paolo in Brasile, dove ho trascorso dieci anni della mia esistenza. Il rientro in Italia è stato un’altra tappa importante della mia vita, un’ulteriore partenza, sebbene stessi rientrando nella mia terra d’origine.
Tutte queste “partenze” sono tappe fondamentali che fanno parte della vita che cerco di vivere ogni giorno. Cerco di essere sempre “in uscita” per andare incontro a chi ho accanto, per donare il mio tempo, le mie forze, la mia esperienza e ciò che ho scoperto dare senso alla mia vita. Allo stesso tempo, per accogliere la diversità come dono, per aprirmi a modi di fare e di pensare diversi, a culture diverse…”.
È evidente come partire, prendere il volo e spostarsi da un Paese all’altro, traggano forza e significato da una vita totalmente “in uscita”, vissuta attimo per attimo.
Partire è far tesoro
Dopo il rientro da San Paolo, l’esperienza vissuta tra i fratelli e le sorelle di quella porzione di Brasile, ha caratterizzato la vita di Elisabetta fino ad oggi.
“Vedere tante persone in situazioni precarie, di grande sofferenza e così difficili e cogliere come riuscivano a stare in piedi e farsi carico di ciò che la vita non dava loro, per me è stato estremamente importante. È stata un’esperienza di rinascita nella fede, nella certezza che Dio c’è e agisce nello stare insieme. La forza di tante persone incontrate, è diventata per me, maestra e sostegno. In questi anni ne ho fatto tesoro e, a mia volta, ho cercato di trasmetterla agli altri”.
Oggi Elisabetta riparte per il Brasile, destinazione Jundiaí – SP, avendo fatto tesoro delle esperienze vissute in questi anni, insieme alla comunità, con le persone conosciute durante gli incontri di animazione e di formazione comunitaria e missionaria, nelle parrocchie, con i giovani nelle scuole, con gli amici che hanno donato il loro tempo per la missione. Questo è il bagaglio più prezioso che Elisabetta porta con sé, per farne dono a sua volta.
Partire è lasciare per costruire
“È bello poter ricominciare e ripartire. Come missionari, non siamo fatti per la stabilità. Oggi lascio, ma questo andare ha un costo. In ogni partenza c’è sempre un prezzo da pagare per gli affetti e le relazioni costruite insieme che si lasciano, ma ciò è anche un’opportunità per costruirne delle nuove, altrove.
Sono sicura di trovare la spinta per continuare e per arricchirmi ancora di più non di beni materiali, ma di forza vitale, di incontri nuovi, di volti, di storie, di testimonianze di vita”.
Far tesoro, lasciare, ricominciare altrove, non sono contrastanti, ma trovano una sintesi tra loro, si completano.
Partire è sentirsi accompagnati
“Vi vorrei portare con me, anzi vi porterò con me e conto sulle vostre preghiere e sul vostro starmi vicino anche a distanza”.
Elisabetta non è partita da sola, ma c’è chi l’accompagnerà pur restando qui! Diversi i segni di questa vicinanza. I saluti vissuti nelle parrocchie di Sant’Oreste – RM, di Sant’Anna – Civita Castellana – VT e nella comunità, con quanti si sono radunati per conoscere meglio la realtà dove Elisabetta si inserirà. E ancora, tanti altri amici che si sono susseguiti nel centro missionario in questo ultimo periodo, per un saluto, per una manifestazione di affetto e di vicinanza o di solidarietà con la missione.
Anche i bambini riuniti insieme ai loro genitori a Pian Paradiso, proprio nel weekend che ha preceduto la partenza, hanno desiderato esprimere a lei tutto l’affetto e la voglia di “andare con lei”. Per l’occasione hanno raccolto dei fiori da donarle e preparato uno striscione con un grande: “Ciao Elisabetta! Ci mancherai! Ti penseremo sempre! Ti vogliamo bene! Buon viaggio e saluta tutti!”. Alcuni di loro hanno consegnato i loro risparmi come condivisione per la missione.
Ma c’è anche qualcos’altro che Elisabetta porta con sé come frutto in particolare della vita comunitaria e missionaria di tutti questi anni: “Mi accompagna stabilmente la certezza dell’amore di Dio, che mai mi ha fatto desistere, che mi ha sempre sorretto anche nelle mie fragilità. Ho la certezza che mi ha preso ed è disposto a portarmi avanti fino alla fine”.
Con la gratitudine per questi sentimenti condivisi, le auguriamo una buona esperienza e raccogliamo dalla sua testimonianza la provocazione a vivere nel nostro quotidiano, una vita “in uscita” per andare sempre incontro a chi ci è accanto e a quanti sono fisicamente lontani.