Femminicidi, guerre, catastrofi dovute al cambiamento climatico… di fronte a tante notizie verrebbe voglia di fare i “profeti di sventura”, quelli che pensano che le cose andranno sempre peggio, quelli che vedono solo il bicchiere mezzo vuoto, quelli a cui la vita spaventa, a cui la notte si fa sempre più buia, a cui il dolore risulta insopportabile, a cui la felicità sembra non arrivare mai…
Eppure a tutti questi vorremmo porgerci come uomini e donne di speranza, perché nella notte più buia della storia sappiano vedere un avvenimento che l’ha cambiata davvero, sappiano scorgere quei piccoli gesti di condivisione, di generosità, di pace capaci di sconfiggere il cuore più duro, di illuminare la notte più buia, di consolare il dolore più atroce.
Natale è annuncio di una gioia più grande: “Rallegrati, Maria…”; “Non temere”; “una luce rifulse”… è l’annuncio di un Dio che viene ad abitare tra noi, dell’Emmanuele Dio-con-noi, che non si è dimenticato dell’umanità. Essere uomini e donne di speranza significa imparare ad alzare lo sguardo verso Dio Trinità, ad alzare lo sguardo verso il fratello, la sorella e vedere in loro la Presenza di Dio, il suo progetto di amore.
Scrivevano in questi giorni le missionarie di Jundiaí:
Qualche anno fa abbiamo conosciuto una famiglia povera. Una casa modesta dove abitano la nonna, due figli ed i nipoti, sopravvivendo con il poco che guadagnavano, dovendo dare la metà per l’affitto. Abbiamo segnalato il caso ad alcuni vicini e insieme siamo andati a visitarli, portando loro qualche alimento. Da allora Walter e Adélia, toccati dalla situazione incontrata, si sono fatti carico di questa famiglia e ogni mese, coinvolgendo una coppia di amici, portano loro latte e generi alimentari. Quello che più fa gioire è vedere il recupero progressivo di una delle figlie, che aveva problemi di dipendenza dall’alcool: sicuramente nell’amore sincero e costante di questi fratelli ha trovato la forza interiore per cambiare vita.
Goccia dopo goccia, gesto dopo gesto è nata la speranza.
Douglas è un ragazzo che si affaccia all’adolescenza, vive in un quartiere periferico. Sin dall’ inizio del progetto “Chaves da Vida” ha cominciato a partecipare alle attività. La situazione familiare, spesso conflittuale, lo rende scontroso, intrattabile, permaloso, tutti segni di un forte disagio personale. Per un periodo si è allontanato dovendo lavorare, ma ora è tornato a studiare. Continua ad avere difficoltà nel concentrarsi e nell’apprendere, ma speriamo che l’attenzione e l’affetto che sta ricevendo possano ridargli fiducia ed evitare un possibile coinvolgimento in qualche banda dove “scaricare” la sofferenza che porta dentro.
Piccoli gesti di amore che si sono moltiplicati diventando segni di speranza, vite trasformate. Come trasformare il mondo? Iniziamo dai piccoli gesti che compiamo ogni giorno per volerci bene, sorridiamo a chi incontriamo, rivolgiamo un saluto, uno sguardo di affetto ai nostri cari, aiutiamo a rialzarsi chi è caduto, impariamo a cedere il passo al frettoloso, a dire permesso, grazie, scusa, non temere, rallegrati, Dio è con noi. Questo è Natale, è farGli posto dentro di noi e tra noi, è diventare piano piano uomini e donne capaci di speranza che credono nella forza dell’Amore.
Questo è anche il nostro augurio di un Natale di Amore, Pace e Speranza, che rivolgiamo a ciascuno.