In Brasile, in particolare in ambito ecclesiale, è in corso una riflessione sulle sfide dell’educazione nel Paese. La comunità presente a Jundiaí – SP, Brasile ha condiviso alcuni punti salienti che stanno emergendo. Si sta assistendo alla perdita della vera finalità dell’educazione come mezzo efficace per la realizzazione integrale della persona umana. Ci si preoccupa più di rispondere ai vari indici di mercato piuttosto che offrire una formazione globale.
Le sfide emergenti
Soprattutto nell’ambito dell’insegnamento pubblico andrebbero valutati diversi fattori. Non è raro incontrare ragazzi di 12 anni che hanno difficoltà nel leggere e scrivere. Preoccupa che il 61% degli alunni di quinta elementare non riesca ad interpretare un testo semplice, e il 65% ha difficoltà nel fare calcoli matematici.
Tutto questo è frutto della mancanza di una struttura educativa che rende difficile la formazione di nuovi insegnanti, degli stipendi bassi dei professionisti dell’educazione e della poca partecipazione dei genitori nell’educazione dei figli.
Negli ultimi decenni il Brasile ha investito molto nell’ambito scolastico, ma senza risultati. Sarebbe necessario pianificare meglio come spendere le risorse a disposizione e vigilare affinché non siano deviate verso altre finalità. Anche la figura dei professori avrebbe bisogno di essere riscattata, come coloro che insegnano e risvegliano negli alunni la ricerca della verità, che cercano non solo l’ottenimento di buoni voti, ma che possano esprimere i propri doni personali, le proprie capacità, ossia che riesca ad identificare i talenti di ciascuno.
Altro problema è l’evasione scolastica che colpisce principalmente gli alunni delle scuole superiori. Nei primi anni (scuole elementari e medie) la causa è la distanza dalla scuola e la mancanza di trasporti scolastici o di qualcuno che possa accompagnare i ragazzi. Negli anni successivi una delle cause principali è la mancanza di interesse da parte degli alunni. Anche la situazione economica è un altro fattore che influenza fortemente l’abbandono scolastico. Alle volte gli studenti per aiutare i genitori o per avere un minimo di autonomia economica iniziano a lavorare senza concludere gli studi. Altro ostacolo è il bullismo che molte volte porta i giovani a lasciare la scuola.
Alcune conseguenze per chi abbandona sono una bassa autostima che rende difficili le relazioni personali e professionali e l’essere costretti a fare lavori di basso livello. Tutto questo genera un sentimento di demotivazione e allarga la disuguaglianza sociale.
La Campagna della Fraternità sul tema dell’educazione
Sappiamo che l’educazione è uno dei valori portanti nello sviluppo di un Paese, per questo molti governi investono in essa per offrire una struttura solida e un futuro dignitoso. Non si tratta però di investire solo finanziariamente, è necessario difendere alcuni valori.
Di fronte a queste sfide anche la Chiesa in Brasile ha cercato di dare un contributo lanciando quest’anno, in quaresima, la consueta Campagna della Fraternità (CF) sul tema dell’educazione, con lo slogan tratto dal libro dei Proverbi 31,26 “Parla con sapienza, insegna con amore”. Da molti anni si sta impegnando a contribuire allo sviluppo educativo nel Paese, già nel 1982 e nel 1998 aveva invitato a riflettere sullo stesso tema.
Alcune diocesi per rispondere alla CF stanno promuovendo nelle parrocchie la pastorale dell’educazione, per offrire un’educazione integrale, con l’obiettivo di riscattare la persona in tutte le sue dimensioni, umana, spirituale e professionale.
Da qualche anno anche noi con il Progetto “Chaves da Vida” abbiamo iniziato a promuovere il sostegno scolastico e a offrire uno spazio di socializzazione e valorizzazione dei ragazzi e dei giovani, proprio con l’obiettivo di aiutarli globalmente, credendo nell’importanza dell’educazione integrale.
Insieme per un patto educativo mondiale
La crisi educativa sembra colpire non solo il Brasile, ma il mondo intero. Secondo alcuni dati recenti delle agenzie internazionali, si parla di “catastrofe educativa”, è quanto ha sottolineato Papa Francesco, nel video messaggio del 15 ottobre 2020 per il rilancio di un “Patto educativo mondiale”, invitando tutti a scuotersi: “Nella storia esistono momenti in cui è necessario prendere decisioni fondanti, che diano non solo un’impronta al nostro modo di vivere, ma specialmente una determinata posizione davanti ai possibili scenari futuri. Nella presente situazione di crisi sanitaria — gravida di sconforto e smarrimento — riteniamo che sia questo il tempo di sottoscrivere un Patto Educativo Globale per e con le giovani generazioni, che impegni le famiglie, le comunità, le scuole e le università, le istituzioni, le religioni, i governanti, l’umanità intera, nel formare persone mature”.
A partire da questo ha elencato alcuni punti fondamentali da prendere in considerazione: una visione integrale della persona, l’ascolto dei giovani, la promozione della donna, la responsabilizzazione delle famiglie… L’obiettivo è che tutto questo porti a una rinnovata concezione di educazione e a un futuro migliore: “Tale investimento formativo, basato su una rete di relazioni umane e aperte, dovrà assicurare a tutti l’accesso a un’educazione di qualità, all’altezza della dignità della persona umana e della sua vocazione alla fraternità. È tempo di guardare avanti con coraggio e con speranza”.
Facciamo tesoro di queste indicazioni per progettare il nostro contributo educativo attraverso le diverse attività e le proposte future all’interno del Progetto “Chaves da Vida”, in collaborazione con le famiglie e le varie istituzioni educative presenti nel territorio.