Voce degli ultimi e voce di Dio
Il 24 marzo si celebra la Giornata dei Missionari Martiri, giorno di preghiera e digiuno. Giornata, promossa da Missio Giovani, in ricordo e ascolto di donne e uomini che spendono la propria vita per la causa del Vangelo, e danno voce alla voce soffocata dei popoli oppressi.
La scelta della data non è casuale: il 24 marzo del 1980 fu assassinato mons. Oscar Romero, a San Salvador, durante la celebrazione eucaristica. La ragione del martirio del Santo de America era proprio la vicinanza agli ultimi, la denuncia dei soprusi subiti dal popolo salvadoregno. La sua voce riecheggia fino ai nostri giorni come sempre attuale: “Vi supplico, vi prego, vi ordino in nome di Dio: cessi la repressione!” Queste le sue parole alla vigilia del suo martirio.
Ogni anno ci sono uomini e donne che continuano a donare la propria vita: secondo i dati raccolti dall’Agenzia Fides, nell’anno 2021 sono stati uccisi nel mondo 22 missionari: 13 sacerdoti, 1 religioso, 2 religiose, 6 laici. Sempre secondo i dati dell’Agenzia, i missionari uccisi dal 2000 al 2020 sono stati 536. Vogliamo dedicare questo giorno al loro ricordo grati per la loro testimonianza di coerenza evangelica e di dedizione totale agli ultimi.
Lo slogan di questa 30a edizione della Giornata “La voce del Verbo” assume più di un significato. Il missionario è chiamato a farsi portavoce dei popoli con i quali vive e che subiscono oppressione e persecuzione. Ma la voce dei martiri è anche la Voce del Verbo, il Figlio di Dio che si è incarnato, voce di un Dio che si è fatto uomo per manifestare la sua vicinanza alla fragilità umana. Voce di Dio che sulla croce è emblema del martirio che scardina il silenzio della morte e diventa seme, germoglio, per le comunità cristiane dove i martiri di ogni tempo danno la loro vita per la fede e per amore ai fratelli. Voce che continua a risuonare perché “il missionario martire non giace nella tomba, ma è più vivo che mai nelle donne e negli uomini che hanno ascoltato dalla sua voce la Buona Notizia di Gesù” (Giovanni Rocca, Missio Giovani). In questa giornata nelle diverse diocesi viene proposta la veglia di preghiera, occasione per ricordare insieme i volti e le storie dei fratelli e sorelle che hanno donato la propria vita per il Vangelo.
Memoria operosa
In questa giornata in cui si celebra la memoria dei missionari martiri siamo chiamati alla preghiera e al digiuno per unirci al sacrificio della loro vita, che è testimonianza per il mondo dell’amore di Dio per l’umanità, per ogni uomo. Non dobbiamo cercare il martirio nel sangue, ma piuttosto siamo chiamati a vivere con fedeltà, generosità, coerenza, il Vangelo, là dove ci troviamo, anche quando si tratta di abbracciare le croci e le difficoltà di ogni giorno. Possiamo vivere il digiuno dal rumore del giudizio, dell’indifferenza verso gli altri, o ancora il digiuno da ogni gesto o parola che ferisce e unire alla voce della nostra preghiera gesti concreti di attenzione, di ascolto, di umiltà, di amore gratuito.
Sia questo il nostro dare la vita, il nostro essere testimoni, “voce del Verbo” che fa risuonare ancora oggi l’amore di Dio per l’umanità, voce capace di scardinare il rumore assordante di ogni violenza.