La pandemia sta incidendo fortemente sulla vita sociale ed economica di tutti, in particolare delle situazioni più vulnerabili. Un cambiamento in molti casi caratterizzato dal segno “meno”.
Con il desiderio di allargare lo sguardo oltre i propri confini, il gruppo coppie CMT del nord Italia si è messo in ascolto di quanto sta accadendo in Brasile. Durante uno dei collegamenti mensili, sono intervenute le missionarie da Jundiaí – SP Brasile, per presentare la situazione che sta vivendo la popolazione.
A causa della pandemia, in particolare nei territori e nelle aree più fragili del Paese, il virus si sta diffondendo con grande forza e velocità, insieme ad una sempre più profonda precarietà sanitaria, sociale ed economica. Alcuni dati aiutano a comprendere la situazione.
Molte famiglie, che versano in una situazione economica difficile, dovrebbero sopravvivere con il sussidio statale “Borsa Famiglia” di 179,00 reais pari a 26,47 euro. Ma una bombola di gas da cucina costa più della metà, e una “cesta basica”, contenente i generi alimentari essenziali per il sostentamento mensile di una famiglia, costa almeno il quadruplo.
Circa 3,4 milioni di persone in questo periodo sono cadute in condizioni di estrema povertà e hanno a disposizione meno di 1,60 euro al giorno. C’è chi si ritrova a vendere beni anche essenziali, come le pentole, in cambio di pochi spiccioli per acquistare dei piedi di gallina, con cui sfamarsi per qualche giorno, o riso e fagioli che per molti costituisce il pasto quotidiano.
A Jundiaí, secondo i dati pubblicati dal governo locale, le terapie intensive sono gravemente sotto pressione, raggiungendo anche il 93% di occupazione nella sanità pubblica e il 91% in quella privata. Il quartiere più colpito, Novo Horizonte, si trova a circa 3 chilometri dalla sede della CMT.
La gravità della situazione pone ogni giorno milioni di persone, soprattutto quelle che non hanno un lavoro fisso, davanti alla scelta rischiosa di uscire di casa per cercare il sostentamento quotidiano per se stessi e per le proprie famiglie. L’elevato utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico, e il conseguente sovraffollamento, aggravano la diffusione del virus. Solo il 32% riesce a seguire le misure di prevenzione; il 33% fa di tutto, ma non sempre riesce; il 30% non ha i mezzi per farlo e il 5% non ci prova nemmeno scoraggiato dalla situazione.
Tutto questo rende ancora più importante la solidarietà che ciascuno può manifestare anche nel suo piccolo. Dai dati emerge che 8 famiglie su 10 non avrebbero la possibilità di alimentarsi e acquistare beni e servizi di prima necessità se non ricevessero aiuti da parte delle associazioni di volontariato, ecclesiali e non, o semplicemente dai propri vicini.
La solidarietà però non si ferma e corre a tutte le latitudini. Una vicina di casa delle missionarie, a Jundiaí, ha desiderato donare, come era solita fare, alcuni alimenti e prodotti di prima necessità. È stata l’ultima volta: poco dopo è stata ricoverata ed è deceduta a causa del covid-19. Tanti doni vengono poi condivisi con altre associazioni locali, che li distribuiscono alle persone in difficoltà.
Una signora del centro Italia, che ha lottato contro il coronavirus, si è avvicinata ai missionari dicendo: “L’essere stata tra la vita e la morte mi ha permesso di comprendere che il senso del mio esistere è quello di donare vita attorno a me e anche ben oltre. Per questo, mi impegno ogni mese a far pervenire una quota per contribuire al progetto “Chaves da vida”, che avete creato per aiutare i ragazzi e i giovani che vivono in situazioni precarie”.
Fabio Mescalchin, membro del gruppo missionario coppie del nord Italia, aveva da tempo in custodia un’attrezzatura da giardino di un amico. Riordinando il deposito degli attrezzi, e trovandola lì inutilizzata, è entrato in contatto con lui per valutare il da farsi. É nata così l’idea di venderla e donare il corrispettivo per la missione.
La nostra vita familiare, sociale e lavorativa è radicalmente cambiata da più di un anno.
Anche il ritrovarsi con il gruppo coppie ha subito inevitabili cambiamenti. Ci si incontra online, come per la maggior parte delle riunioni oggigiorno.
Si potrebbe pensare che il calore, la profondità, il fare famiglia siano svaniti. Invece no! Sentiamo che desiderare l’incontro, credere nella Parola di Dio, trovarci per crescere è più forte di questo tempo così duro e di prova! Dio vince la lontananza, la paura, la modalità di ritrovo.
Così partendo in punta di piedi, dal salutarci, al condividere qualche notizia di famiglia, all’andare in profondità attraverso la Parola, pian piano abbiamo ripreso coraggio.
Grazie ad un collegamento con la missione di Jundiaí – SP Brasile, abbiamo scoperto nuovamente che non siamo soli e che il povero ci insegna, ancora una volta, ad essere più solidali, a donare quel che si ha e quel che si è, a rafforzare la fede.
Ringraziamo per questo strano tempo, per questa esperienza di ritrovo con altre coppie, con la Parola, con i missionari, con Dio e con il povero, che è sempre di grande esempio.
Grazie, Elisa e Giampaolo Luppi, Collaboratori CMT
La testimonianza dei fratelli ci insegna ad essere più attenti a ciò che accade attorno a noi, vicino e lontano e ci stimola a realizzare un vero cambiamento di segno positivo.
Ci auguriamo che, da tanta sofferenza che sta vivendo l’umanità, possa scaturire uno stile di vita più equo e fraterno a tutte le latitudini, fatto di empatia, solidarietà, prossimità e scelte concrete.