Il 28 novembre del 2012 nasce a New York la giornata del Dono, dall’ idea di dedicare un giorno alla generosità, un giorno in cui le persone sono invitate a donare, nel senso più ampio del termine. Se si pensa agli inviti pubblicitari assillanti, ai vari saldi, promozioni, perché non celebrare il Martedì del dare, del Dono (Giving Tuesday è il termine internazionale della giornata) oltre ai vari black Friday? L’idea era curiosa, forse anche spiazzante, ma gli organizzatori ci dicono che in dieci anni questo evento si è trasformato in un movimento globale, che ispira milioni di persone a donare: può essere sostenere organizzazioni o cause con offerte, ma anche aiutare il vicino, un gesto di gentilezza, un’attenzione particolare verso qualcuno che ne ha bisogno. Ogni atto di generosità conta e siccome siamo tutti diversi, unici, con diverse sensibilità e abilità, le vie del Dono possono essere infinite.
A livello sociale, questa giornata vuole dare visibilità a tutte quelle persone e attività “generose” che troviamo ogni giorno nei posti di lavoro, nelle strade, nelle scuole, nelle periferie, dove ci sono criticità e incentivare le persone ad essere partecipi nella costruzione di una cultura del Dono che porta con sé unione, empatia, fino ad una società più giusta. Ci sono iniziative anche per le scuole, perché anche la generosità si impara e per far notare quali sono le ricadute sociali di questo modo di agire (basti solo pensare a tutto il mondo del volontariato che copre tantissimi settori).
Come per tutte le “giornate internazionali”… è auspicabile che il grande movimento nel Dono, continui “dal 28 novembre in poi”…
Ma cosa intendiamo per Dono? È il compiere un’azione gratuita, disinteressata, senza aspettarsi nessun compenso, né di carattere economico, né di riconoscimento sociale o umano, ma unicamente condivisione con gli altri di quello che si è e di quello che si ha. Chi dona autenticamente non si aspetta nulla in cambio, neanche la gratitudine e questo richiede una profonda libertà, ma porta anche con sé gioia per chi dona e per chi riceve.
A differenza del regalo, che spesso si fa perché si deve e che non ci impegna neppure tanto nella ricerca, basta pensare ai reparti di “articoli da regalo” nei negozi, il Dono riconosce il valore dell’altro e della relazione. ”Il dono è un atto d’amore che va al di là dell’oggetto, può essere anche creato mettendo in gioco parti di sé. Il dono è coraggio di riconoscere il valore dell’altro e della relazione, di donare senza un’occasione precisa. E’ il Dono che si fa alla persona in relazione con noi.” (E. Bianchi)
Il Dono richiede attenzione, cura, creatività, soprattutto tempo, per entrare in sintonia con l’altro. È molto bella l’espressione “Il dono è esperienza di alzarsi in fretta e di mettersi in cammino verso l’altro.” (L. Bruni, L’essenza del dono, Avvenire 22 dicembre 2012)
Il Dono non è solo una forma di scambio tra le persone, ma anche un’istanza sociale. Lo ricorda Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in veritate: “La gratuità è presente nella vita dell’uomo in molteplici forme, spesso non riconosciute a causa di una visione solo produttivistica e utilitaristica dell’esistenza… Lo sviluppo economico, sociale e politico ha bisogno, se vuole essere autenticamente umano, di fare spazio al principio di gratuità come espressione di fraternità”.
Nella vita di tutti i giorni può significare adottare uno stile di vita più sobrio ed essenziale, ritrovare il senso di solidarietà umana, di fraternità, che ci renda sempre più consapevoli della necessità di una più equa distribuzione dei doni naturali che sono destinati a tutti, che sono stati creati per tutti.
E per noi cristiani non è possibile parlare di Dono senza pensare al Dono per eccellenza, Gesù Cristo, il Figlio di Dio venuto ad assumere tutta la nostra umanità per riportarla al Padre, per riportarci al Padre come figli. E tutto questo nella piena gratuità, nell’Amore che è Dio. Il nostro donare attinge alla fonte di questo Amore che attende, ma non pretende la nostra risposta.
“Siamo invitati a contemplare la sorgente della carità, cioè il Signore Gesù. Promuovere la cultura del dono è un riconoscimento incondizionato della dignità di ogni persona umana. (…) Il dare, il donarsi nel dono, immerge l’offerente in Dio e lo riporta al fratello, visto non più come «consumatore» del beneficio, ma come benefattore, donatore del divino. Accogliendo il dono infatti egli offre al donatore la possibilità di dare e con questo la possibilità di sperimentare la «beatitudine maggiore» affermata da Gesù (At. 20, 35 “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere”). Il grazie quindi dovrebbe dirlo non tanto colui che riceve quanto colui che dona: «Grazie di avermi messo in condizione di poter dare. Così esisto in Dio».
(Gian Maria Comolli, Promuovere la cultura del dono)
Nessuno, nemmeno il più povero è escluso da questa possibilità di donare, e come missionari ogni giorno siamo testimoni della capacità di dono non solo del superfluo, ma anche del necessario. Allora, che tutti i giorni sia la giornata del Dono!