Oggi in Italia e in alcuni altri Paesi del mondo, in concomitanza alla memoria di San Giuseppe, si celebra la festa del papà. È una tradizione che risale alla fine dell’ottocento, quando San Giuseppe fu proclamato protettore dei padri di famiglia e patrono della chiesa universale, ma che affonda le sue radici ancor prima.
Giuseppe, sposo di Maria, come ci ha ricordato Papa Francesco è “l’uomo che custodisce, l’uomo che fa crescere, l’uomo che porta avanti ogni paternità e ogni mistero, ma non prende nulla per sé” e con la sua testimonianza di vita ha insegnato a Gesù a dire “papà” a suo Padre, “dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome” (Efesini 3,15).
Anche se in altri Paesi la festa del papà cade in giornate diverse, oggi vogliamo comunque allargare il nostro sguardo e il nostro cuore a tutti i papà del mondo, per dire loro: grazie!
Quando ho conosciuto Abel, aveva 50 anni ed era originario del nordest del Brasile. Dopo dieci anni di lavoro in una ditta di pulizie era rimasto improvvisamente senza lavoro e, per continuare a sostenere i propri figli e la propria famiglia, faceva il venditore ambulante, ma il guadagno era minimo. Mi aveva colpito il suo cuore buono, che sapeva accorgersi di chi stava peggio di lui.
Aveva condiviso che un giorno, mentre riordinava le forme di formaggio, si era accorto che una era maleodorante e l’aveva tolta subito dalla vendita. Un ragazzino dall’altra parte della strada, che lo aveva visto, si era avvicinato per chiedere cosa ne avrebbe fatto e se poteva darla a lui perché ne aveva bisogno. Abel allora gli aveva dato un po’ di formaggio, ma di quello buono”
Claudia, missionaria CMT
Grazie Abel e grazie a tutti i papà capaci di accorgersi e di soffrire per la mancanza di dignità di altri fratelli.
Yu Xukang, sulla quarantina, vive nel sud-ovest della Cina. Percorre ogni giorno per due volte quindici chilometri, andata e ritorno, a piedi, con il figlio disabile in spalla, per portarlo a scuola. Il figlio Qjiang adolescente è infatti affetto da una malattia che gli impedisce di camminare. I due si alzano ogni giorno alle 6 del mattino e partono per un viaggio che dura almeno due ore. Poi Yu torna indietro, va al lavoro e alle 16 ritorna a prendere il figlio per riportarlo a casa, sempre a piedi.
Grazie a tutti i papà che si sacrificano con amore per i loro figli!
Come non pensare, in questo tempo, anche a tutti quei padri che, in vari angoli della terra, sono costretti a mettere in salvo e salutare i propri figli per poi partire a combattere in guerra, senza sapere se potranno rivedersi. Cosa passa nel loro cuore, nella loro mente, in questi momenti così carichi di dolore? Dolore che devono trasformare in sorriso e in sicurezza da trasmettere ai loro piccoli, per proteggerli dall’assurdità della guerra nella speranza di offrir loro una vita migliore.
Grazie per ogni papà che per custodire la vita è disposto a donarla!
Antonio, rimasto vedovo a 36 anni, con quattro figli piccoli dai 10 ai 2 anni, ha saputo assumere la loro vita, offrendo la sua presenza e la sua testimonianza.
“Subito dopo la morte di mia madre, i parenti si sono proposti per accogliere qualcuno di noi figli, pensando alle difficoltà che papà avrebbe dovuto affrontare. Lui non ha voluto separarsi da nessuno di noi. Gli zii ci hanno aiutato, ma noi siamo rimasti con lui che, per non lasciarci soli, ha abbandonato il lavoro che lo teneva troppo lontano da casa.
Il suo padrone allora gli ha proposto di prendersi cura di una sua casa di campagna. Questo ci ha permesso di crescere insieme nonostante le difficoltà che non sono mancate. A scuola non abbiamo mai ricevuto un brutto voto, lui ci incentivava sempre a studiare, ci aiutava. È stato un uomo di preghiera, di grande sacrificio e che ci ha insegnato il rispetto verso gli altri.
Grazie caro papà!”
Vilma, Jundiaí – Brasile
Grazie a tutti i papà che si donano e lottano per far crescere i propri figli!
In questo giorno, il nostro pensiero va anche a tutti quei papà che si trovano in difficoltà, che faticano, che sono in crisi, che sono tentati di rinunciare… A loro offriamo la nostra vicinanza e auguriamo di trovare la forza di vivere la loro paternità fino in fondo.
Grazie a tutti i papà del mondo, che nella semplicità e ordinarietà del quotidiano sono segno e presenza della paternità con la “P” maiuscola!