Alle radici dell’incontro
“Missione è sempre partire… È, soprattutto, aprirsi agli altri come a fratelli, è scoprirli e incontrarli” . Queste parole di Dom Hélder Camara (1909-1999), vescovo brasiliano molto amato, sono in piena sintonia con l’invito evangelico di “correre il rischio dell’incontro con il volto dell’altro, con la sua presenza fisica che interpella, col suo dolore e le sue richieste, con la sua gioia contagiosa…” (Evangelii Gaudium, 88).
La buona notizia del Vangelo è un amore che si fa prossimità. Se si scorrono le pagine bibliche troviamo Gesù che cammina, che “esce” continuamente per le città e i villaggi.
Anche Maria sua madre, subito dopo l’annunciazione, era partita in fretta per visitare la cugina Elisabetta. Porta nel grembo Gesù, una presenza speciale, che viene subito riconosciuta. Scaturisce così la gioia dell’incontro.
L’uscire, l’andare incontro all’altro, ad ogni altro fa parte del nostro essere, della dimensione relazionale di ogni persona e della dimensione missionaria di ciascun battezzato.
E l’uomo di oggi che vive in una cultura frammentata, dispersiva ha tanto bisogno di sperimentare la bellezza dell’incontro, dell’ascolto, della relazione, del dialogo fraterno.
La comunità presente a Jundiaí SP – Brasile ci racconta come sta muovendo i propri passi per uscire e manifestare con la propria prossimità la vita stessa di Dio che “esce” per stare con gli uomini.
La gioia di uscire per incontrare
Uscire per incontrare chi sta vivendo un momento di sofferenza, per ascoltare e accogliere il dolore e offrire una presenza che diventa consolazione, vicinanza, preghiera. “Alcuni mesi fa il nostro vicino di casa è mancato improvvisamente a causa di un infarto. Abbiamo visitato la sposa, sofferente per la perdita, ma serena, contenta di raccontarci la bella esperienza di sponsalità vissuta con lo sposo: la delicatezza, la simpatia, l’amore alla famiglia e l’aiuto a chiunque battesse alla porta. Siamo tornate a casa arricchite dall’esperienza di questa coppia”.
L’incontro è sempre segnato dalla gratuità reciproca, da un dare e ricevere che arricchiscono vicendevolmente.
Uscire per condividere e accogliere
Ogni incontro è dono, seme di speranza. “In qualche occasione raggiungiamo alcune famiglie che si trovano in una situazione di necessità, per condividere quello che riceviamo in dono, frutto dell’amore e della solidarietà di tanti. Ed è bello vedere come queste famiglie si preoccupano a loro volta per le altre, volendo aiutare, suggerendo una visita, una collaborazione”.
È accoglienza del dono che è l’altro. Nel visitare quanti sono costretti a rimanere tra le mura di casa dalla malattia è frequente toccare con mano la gioia di collaborare offrendo i propri doni e talenti. “In questi anni abbiamo conosciuto Norma che pur in sedia a rotelle si mette a disposizione dipingendo canovacci per poter guadagnare qualcosa e una parte la dona per la missione”.
Uscire per conoscere e camminare insieme
L’incontro con l’altro chiede sempre di andare “oltre”, di non fermarsi, di allargare l’orizzonte e chiede di fare strada insieme.
“Visitiamo e conosciamo nuovi quartieri, grazie ad alcune famiglie amiche, come Roberta e Adilson, che si mettono a disposizione per accompagnarci e farci conoscere la realtà. Ci mettiamo in ascolto dei passi che sono stati fatti e le sfide del presente. In questo modo riusciamo ad entrare nella realtà, a comprendere e farci prossime di questi fratelli”.
“Facciamo strada insieme ai vicini di casa che settimanalmente si ritrovano, ora in una casa ora nell’altra, per un cammino di formazione alla luce della Parola di Dio promosso dalla diocesi. Si prega insieme e si offre a Dio la vita quotidiana del vicinato intercedendo e ringraziando. È una famiglia allargata che si preoccupa di sostenersi reciprocamente con la preghiera e alimentando la fraternità”.
“Usciamo, usciamo ad offrire a tutti la vita di Gesù Cristo” (Evangelii Gaudium, 49), la vita stessa di Dio Trinità che desidera incontrare l’uomo di tutti i tempi e di tutte le latitudini. Queste seppur brevi esperienze siano di stimolo per ciascuno a rinnovare la scelta di sciogliere i nodi, di superare le paure per andare con gioia incontro agli altri, vicini e lontani e offrire così un prezioso contributo alla cultura dell’incontro di cui tanto c’è bisogno oggi.