Il Progetto “Chaves da Vida” nel mese di marzo ha spento le sue prime sei candeline e, più passa il tempo, più la comunità presente a Jundiaí sta sperimentando che, attraverso i corsi e le diverse attività, i partecipanti non ricevono solo servizi di formazione, di aggregazione, ecc.. Le persone, infatti, si sentono coinvolte in un servizio più globale di valorizzazione, di ascolto e accoglienza, di sostegno e orientamento. I percorsi proposti diventano quasi un “pretesto” per trovare uno spazio di condivisione e lettura della propria storia, che apre alla possibilità di un’azione più ampia e profonda nella vita dei bambini, dei giovani, delle donne e delle famiglie.
La missionaria Sebastiana Poma ci racconta l’esperienza che caratterizza i corsi di fitoterapia, che lei segue nell’ambito del Progetto, e che ci fa comprendere l’importanza del servizio globale che viene offerto.
“In questo periodo – ci ha detto Sebastiana – abbiamo iniziato un altro corso di fitoterapia, a cui si è iscritto un discreto numero di persone che desidera approfondire qualcosa riguardo le piante medicinali e il loro utilizzo. Ogni incontro è occasione di scambio; è bello vedere come le persone desiderano riscattare ciò che di buono la natura ci offre e che può “far bene”.
Anch’io, personalmente, ho potuto rivalutare quanto ho appreso da mia nonna nell’infanzia. Abitando in campagna, lontano dalla città, lei si è sempre presa cura di noi bambini utilizzando le erbe. Anche se ero piccola mi piaceva imparare, tanto che da giovane ho deciso di entrare nella scuola per infermieri, con il desiderio di prendermi cura degli altri. Per cinque anni ho lavorato in un ospedale e ho amato questa professione, perché sentivo che attraverso il lavoro potevo stare vicino alle persone e alleviare le loro sofferenze.
Quando ho percepito che Dio mi chiamava a donare la mia vita, anche se con un po’ di tristezza, ho lasciato tutto per accogliere l’invito a servire i fratelli in modo diverso. Nella mia vita missionaria sono stata inviata in diversi luoghi e, oltre a portare la Parola e trovare in essa il fondamento della nostra vita, le diverse realtà in cui ho vissuto mi hanno dato occasione di approfondire le conoscenze acquisite per andare incontro alle necessità delle persone. Una combinazione a cui non avevo pensato, ma che è diventata un aiuto per tanti.
Il Progetto “Chaves da Vida” offre corsi teorici e pratici di fitoterapia, con l’obiettivo di aiutare le persone ad “approfittare” della ricchezza naturale, che tanti hanno nel proprio giardino o a cui possono facilmente avere accesso, ma molte volte ne ignorano le proprietà benefiche. Durante i corsi si apprende anche a preparare alcuni composti con le diverse erbe medicinali.
Oggi ricevere una persona è per me un dono di Dio, sento che ognuna è unica. Ascoltare, dedicare tempo, offrire una parola, suggerire qualcosa che possa aiutare è un’esperienza molto forte, perché la persona viene e racconta la sua vita, la sofferenza che vive fino a comunicare anche i sintomi fisici. Ogni volta le persone, prima di andare via, condividono: “È molto bello stare qui, questo luogo trasmette pace”.
Sono tante le donne che giungono a noi in cerca di un sollievo fisico tramite i prodotti fitoterapici. Spesso hanno una storia familiare molto sofferta e sono madri che portano avanti la famiglia con grande forza, decisione e soprattutto con una profonda fede in Dio Padre che non le dimentica.
Tempo fa è arrivata una signora, madre di cinque figli, che è stata abbandonata dal marito quando la più piccola aveva tre anni. Con le lacrime agli occhi mi ha raccontato di lui. «Un giorno è arrivato dal lavoro, è entrato in cucina mentre io stavo preparando la cena e mi ha detto: “Vado via da questa casa e tu ti arrangi da sola, non voglio più stare con te”. In quel momento ho avuto la sensazione che il pavimento mi si aprisse sotto i piedi, ho perso le forze, ho tentato un dialogo, ma niente, in quello stesso giorno ha preso le sue cose e se ne è andato. Sono rimasta con cinque figli da crescere, di cui quattro minori. Oggi la più giovane ha già 15 anni, studia e lavora. Dio mi ha protetto nei momenti più difficili, mi ha dato la forza per crescere i miei figli, e tutti oggi lavorano. Anch’io lavoro in un ufficio e nei fine settimana preparo dolci da vendere. È una continua lotta, ma ringrazio per le persone che Dio mi ha messo accanto. Sono molto grata perché pur non essendo facile, tanti fratelli mi stanno aiutando».
Questa è una delle tante storie di vita di cui, attraverso il Progetto, diventiamo depositari e che ci stimolano ogni giorno ad offrire quello spazio di accoglienza e di valorizzazione della persona di cui ciascuno ha bisogno per affrontare le fatiche quotidiane.” (Sebastiana Poma, missionaria)