In Brasile la festa del Papà, che si celebra oggi, apre la Settimana Nazionale della Famiglia promossa dalla Conferenza Nazionale dei Vescovi (CNBB). Matheus, un giovane papà, ci racconta la sua esperienza di paternità e di famiglia.

Diventare papà mi ha fatto diventare più umano. All’inizio del matrimonio mia moglie ed io lavoravamo molto e guadagnavamo poco, ma eravamo molto felici della nostra unione in Dio. Abbiamo chiesto a Dio il dono di avere dei figli. Scherzavamo sui possibili nomi dei figli che Dio ci avrebbe donato. Quando abbiamo saputo della prima gravidanza eravamo molto grati al Signore. Il primo figlio è Miguel, dopo due anni è arrivato Joaquim e, in agosto del 2020, è nato Bernardo.

I figli sono un’immensa gioia, ci donano tenerezza, speranza, felicità, ragione di vivere, ci sorprendono. Esigono molto da noi: pazienza e tempo. Dedicare tempo esige libertà e amore, si comprende che questa è la legge della vita e della maturità. Chiedono una maggior consegna e meno tempo per sé: per assistere al calcio, per studiare, per fare esercizio fisico, pregare. Dobbiamo sacrificarci per cercare di combinare la consegna quotidiana alla famiglia, l’ordine della casa e i nostri interessi? E questa libertà non è facile.  Allo stesso tempo grazie ai figli ritorniamo a giocare, ad andare al parco, a giocare a pallone.

L’esperienza vissuta con il piccolo Bernardo ci ha insegnato molto. Al parto abbiamo scoperto che era portatore della sindrome di Down, un mistero di Dio: dopo aver accolto il nostro piccolo ci siamo chiesti tra le lacrime cosa sarebbe stato di lui e, grazie alla forza della fede, abbiamo compreso che anche dei due primi figli non sappiamo como sarà il loro futuro, e abbiamo appreso di dover confidare in Dio Provvidente e Amoroso.

Dovuto alla sindrome Bernardino ha avuto varie limitazioni: un’operazione quando aveva circa tre mesi. Durante la fase di recupero ha dovuto subire una tracheotomia con conseguenti pericolose infezioni. Abbiamo trascorso il Natale e il nuovo Anno tra ospedale e casa, casa e ospedale. Grazie ad un’amica di famiglia, siamo riusciti ad andare ad abitare più vicino all’ospedale, abbiamo ottenuto materiali ed attrezzature per il piccolo e ci ha sostenuto la preghiera di tanti.

La nostra routine ha girato attorno a Bernardino e alle sue limitazioni, le medicine e la fisioterapia. Ci ha messo abbastanza per recuperare peso, tutto progrediva lentamente così abbiamo imparato ad attendere i suoi tempi. Col passare dei tempi è diventato bello paffuto, sempre più sorridente, un sorriso angelico. Pur nelle costanti crisi di vomito, lui sorrideva sempre. Ricordo ancora la prima volta che in ospedale mi sono occupato del suo primo bagnetto, un’esperienza di grande attenzione, um bimbo bello con i suoi capelli lisci e voluminosi, tutto speciale.

I figli esigono molto, ci stimolano a giocare e aiutare, a formarsi e imparare a prenderci cura di loro perchè hanno temperamenti così diversi. Miguel è un figlio docile e obbediente, un signorino, anche riservato ma per lui è difficile dire quello che desidera. Joaquim è un vulcano dalle forti emozioni, non richiede molta pazienza e tatto, è molto creativo e incantatore. E Bernardinho è il nostro agnellino di Dio, santo innocente, allegro e sofferente. Non parlava, ma i suoi occhi e il suo sorriso dicevano tutto.

Dio ci ama e ci riempie di doni, non abbiamo cercato la croce, ma Lui le permette e ci aiuta crescere nell’amore. Bernardo ha richiesto molto del mio tempo e una forte prova di fede e di amore. All’età di un anno è stato colpito da una grave infezione, la febbre era salita a più di 40°, abbiamo dovuto dargli medicine molto forti e dopo un mese di ospedale l’ha superata; è stata un’altra battaglia vinta. Però a un anno e due mesi, un’altra infezione e di nuovo in ospedale: questa volta non è migliorato. Dopo molti sacrifici e preghiere, il nostro bellissimo Bernardo, che era stato battezzato e aveva ricevuto l’unzione degli infermi, non ha resistito, la provvidenza amorosa di Dio ha permesso così. Ha avuto due arresti cardiaci mentre io e mia moglie eravamo in ospedale, e mentre era in braccio il cuore del nostro principe Bernardo si è spento. La più grande prova d’amore che Dio ci ha chiesto, ha voluto portarlo con sé in Cielo.

Resta il vuoto della sua assenza, ma lo sappiamo in Cielo. Ha portato tutti, familiari e amici più vicini a Dio. Oggi continuiamo con l’intercessione di Bernardo che sta vicino a Dio, e per grazia divina abbiamo avuto il dono di un nuovo figlio, certezza della Sua presenza nella nostra casa.

Matheus, Luciana, Miguel, Joaquim, il piccolo Bernardo in Cielo e João Pedro

Famiglia Vilches Bartipaia